SINOSSI
Bari, gli ultimi
brividi di un inverno molto freddo. Una banda della piccola malavita
fruga nel giorno e nella notte della periferia, alla ricerca di
un prezioso pacchetto spedito dai Balcani e destinato a non giungere
mai alla sua ultima meta. Cosa contiene il pacchetto? Un materiale
importante per i nostri personaggi; per lo spettatore, un
passe-partout che apre le porte di un sottobosco cittadino frastagliato
e sorprendente.
DICHIARAZIONE DEL REGISTA
Bari è una
città di frontiera, crocevia di ogni tipo di traffico.
È qui che sono cresciuto ed è qui che si agitano
alcuni dei miei turbamenti. Penso soprattutto al borgo antico;
nella mia immaginazione è l'oscuro labirinto che può
celare qualsiasi cosa, ma è anche il luogo dove la grande
città mette a nudo il suo cuore di paese. E poi il dialetto.
Le strade di Bari parlano orgogliose ogni giorno una lingua stretta
e tagliente che risulta affascinante e poco penetrabile a chi,
come me, è nato altrove. Forse per questo ho scelto di
metterla al centro del film; per tentare di farla uscire dai vicoli,
per sentirla in qualche modo più mia.
alessandro piva
ATTORI E PUBBLICO LOCALE
Gli attori sono
tutti pugliesi e provengono in gran parte dall'ambiente della
comicità locale. L'uso del dialetto permette loro di costruire
dei tipi profondamente reali nelle quali il pubblico di Bari si
può riconoscere o facilmente identificare. Questa doppia
componente, identificazione/riconoscimento, è forse la
chiave del successo del film presso il pubblico barese. LaCapaGira,
uscito in una sala della città il 10 dicembre 1999, ha
incassato nel periodo natalizio più di quasi tutte le pellicole
'ufficiali' (solo la commedia con Gere e Roberts ha fatto meglio).
La sala che ha ospitato il film - 150 posti - si è mostrata
inadeguata a un pubblico stimolato da un passaparola spontaneo
e turbinoso. In alcune occasioni, nei giorni convulsi dei grandi
affollamenti natalizi, è dovuta accorrere la forza pubblica
a sedare gli animi dei tanti che non erano riusciti a trovare
un posto a sedere. La controprova è arrivata a gennaio:
quando un buco nel cartellone delle grandi distribuzioni ha consentito
al film di ritagliarsi per tre giorni uno spazio in un cinema
più grande, si sono registrati incassi record.
PRODUZIONE
LaCapaGira è
un film autoprodotto dal regista con la collaborazione di una
giovane società, la Kubla Khan di Umberto Massa e Valerio
Bariletti. Non una lira di denaro pubblico è stata impiegata
lungo la realizzazione della pellicola. Le riprese si sono svolte
tra marzo e aprile del 1999 per quattro settimane di lavorazione.
Gli attori hanno aderito prima che al film al progetto che lo
faceva nascere, prestando la propria opera gratuitamente. La troupe
ha accettato paghe settimanali al minimo. Tante le persone che
con ogni tipo di contributo hanno agevolato il lavoro della troupe:
c'è chi ha concesso ospitalità nella propria casa
andando a passare la giornata altrove per non dare fastidio, chi
ha messo di buon grado a disposizione armi di scena, chi ha organizzato
tavolate nel proprio ristorante o trovato una sistemazione per
i tecnici di fuori porta. Un segno della benevolenza con cui è
stato visto il film fin dal suo nascere.
GIUDIZI DI SALA
Contrastanti ma
tutti appassionati i giudizi del pubblico cittadino, esemplarmente
riassunti nei tre commenti di quella che potremmo assumere come
nostra famiglia campione: ragazza di venticinque anni laureata
in legge, il suo ragazzo, giornalista trentacinquenne, e la mamma,
insegnante di scuola media. Nell'ordine: "Spietato e divertente
come la realtà che descrive"; "Crudo, come il
polpo che mangiano i baresi"; "Tremendo! E io che volevo
farlo vedere ai miei alunni
"
INTENZIONI
"Nel novembre
del 1998 mio fratello Alessandro mi parlò di un'idea che
andava maturando da molto; ormai sentiva la necessità,
mi disse, di metterla in pratica. Si trattava di restituire in
un film l'atmosfera tipica di certi ambienti di Bari, città
dove io sono cresciuto e che lui conosce bene.
Ci mettemmo al lavoro; avevamo ancora molti dubbi su cosa raccontare,
una certezza sul come: dovevamo evitare le filtrature che consegnano
un film all'omologazione, e cercare di rappresentare la "verità"
di un contesto rivendicando allo stesso tempo il diritto all'interpretazione,
allo sguardo poetico sul mondo."
"Andrea è autore estroverso e di talento, ma senza
mestiere di scrittura per il cinema; sentivo che questo poteva
tornarci utile, insieme alla sua conoscenza notturna della città
(è un giocatore di biliardo). Uno sceneggiatore di scuola
avrebbe impostato il copione diversamente da come ha fatto lui:
la struttura narrativa è tipicamente anticinematografica
(nessun protagonista forte, i personaggi evolvono poco o nulla
nel corso della vicenda), e il libero accostamento di piani cronologici
contrastanti (giorno e notte che s'inseguono, continuamente contrapposti)
tende a confondere lo spettatore. Lo stesso intreccio può
apparire esile, con la storia in secondo piano sulle caratterizzazioni
'antropologiche'.
Se a questo aggiungiamo l'uso estremo del dialetto, l'indulgente
ricorso al turpiloquio e l'accostamento politically uncorrect
di droga e adolescenti, otteniamo il perfetto contrario di quanto
un professionista inseguirebbe.
Qui il punto: la voglia di girare un film che smuovesse dall'apatia
e dall'omologazione un contesto cinematografico statico come quello
italiano passava per scelte non consuete. Un film autoprodotto
come LaCapaGira se lo può e se lo deve permettere."
andrea e alessandro
piva
NOTE SUL REGISTA
Nato nel '66 a Salerno,
Alessandro Piva vive a Roma. Ha vissuto a Bari, dove è
ambientato LaCapaGira, negli anni del liceo.
Diplomatosi in montaggio al Centro Sperimentale di Cinematografia,
ha lavorato come montatore per alcuni anni. Si è cimentato
anche nella scrittura, conseguendo nel ’92 e nel ’93 la menzione
speciale al Premio Solinas per sceneggiature. Ha girato
diversi reportage e qualche cortometraggio.
Alcuni dei film che ha visto più di una volta: io la
conoscevo bene di pietrangeli, cane randagio di kurosawa,
il generale della rovere di rossellini, veronika voss
di fassbinder, la dolce vita di fellini, point blank
di boorman.
LaCapaGira è il suo esordio nella regia di lungometraggio.
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